lunedì 22 aprile 2024

Un Non ricettario

 


                        Il  GORGONZOLA, prodotto identitario della Martesana

 

La Pianura padana presenta una morfologia omogenea, circa dalla confluenza della Dora Riparia nel Po che scorre da ovest a est, fino all'Adige, che in antico confluiva nel fiume maggiore. Si tratta dunque di una pianura irrigua dove l'alveo fluviale non dista molto dalle alture prealpine; queste si affacciano verso sud con un  terrazzamento morenico dall'andamento sinuoso e che a quote che vanno dai 150 ai 70 ca. confina con un suolo argilloso. Tale linea sinuosa è detta “linea dei fontanili” poiché lungo essa si verifica un fenomeno di riaffioramento delle acque piovane che trasforma in paludosa la bassa pianura fino al Po.

Gli interventi umani su tale territorio da circa tremila anni a questa parte sono dettati dalla morfologia sopra schematizzata; dunque viabilità fluviale e terrestre, incroci e centri di scambio, quindi insediamenti stabili con messa a coltura delle terre circonvicine, scelte agronomiche dettate dalla natura del suolo, potenzialità dello stesso nell'essere adattato alle necessità umane ecc.

L'antropizzazione del territorio padano può considerarsi definita nel IV secolo della nostra era, dove l'area a oriente della maggiore città padana – Milano - fino ai valichi sull'Adda, condivide col resto del territorio padano potenzialità produttive e commerciali, ma comincia a distinguersi per la dislocazione strategica vicina alla metropoli (tale è Mediolanum nell'età del vescovo Ambrogio ed è sede imperiale) e alla conseguente fitta rete insediativa nelle campagne bonificate nella bassa irrigua  e coltivate a vigna e cereali nella fascia morenica.

Quest'area, non lontana dai colli di Brianza né dai porti padani, è a tutti gli effetti “sub-urbana” poiché ben quattro arterie in uscita da Porta Orientale (sive Argentea)  la solcano, la maggiore di esse adduce al vadum primum (Vaprio), al “guado principale” sull' Adda dotato di ponte dal III secolo d.C. E' l'area che prenderà nel Medioevo centrale il nome di MARTESANA.

 

Le potenzialità agronomiche/produttive di tale area non si differenziano poi molto da altre del territorio sopra descritto; è dunque negli eventi storici e nell'intreccio delle fortune umane che va cercata quella peculiarità che porterà nei secoli a fare di tale territorio il principale distretto caseario della Padania. Vi concorrono - in estrema sintesi - le bonifiche degli enti religiosi nei terreni palustri della Bassa, l'appettibilità di essi per le colture foraggere destinate agli animali (a danno delle primitive scelte per le leguminose destinate all'alimentazione umana), di conseguenza gli investimenti di capitali e l'infittirsi in loco di presenze illustri del ceto dirigente cittadino; la correlata costruzione del naviglio detto appunto “della Martesana” che segue le logiche insediative degli investitori. Tutto questo si verifica intorno ai secoli XV e XVI  dove Milano è indubbiamente città egemone nel territorio padano e dove il confine all'Adda accresce l'importanza strategica della zona a est della metropoli. Le scorte di foraggio per muovere gli eserciti furono le stesse che attirarono in quei secoli le mandrie vaccine tradizionalmente al pascolo sui monti viciniori e che a loro volta, nel farsi stabili, lasciavano il prezioso letame sui prati irrigui messi a risaia.

Questa felice combinazione politico/logistico/produttiva  si perfeziona nel corso del Cinquecento nel territorio, la Martesana, che necessariamente si andava configurando come quello dal quale sarebbe nato un prodotto di scarto della più vasta economia lattiero-casearia padana. Il distretto si connotava come Pieve di Gorgonzola - borgo che da secoli era centro fiscale/giudiziario e solo in parte religioso - lì si insedia la potente famiglia dei Serbelloni imparentata coi Borromeo e col papa, cospicua per prestigio militare più che per ricchezza, interessata ad attirare in loco la siderurgia di cui sono detentori i calderai lecchesi e bergamaschi, gli stessi che controllano le mandrie stracche transumate in autunno ai prati stabili di pianura.

Lo stracchino erborinato che viene elaborato nel distretto di Gorgonzola - produzione documentata dall'inizio dell' Età moderna - stenta ad affermarsi nel mercato caseario. Il maggior pregio dei formaggi dell'area alpino-padana consisteva nella sua conservabilità e densità nutritiva (il grana innazitutto), ma la nascita di un prodotto caseario di risulta, dal gusto decisamente particolare, potè coprire una fascia di mercato, nei secoli di crisi economica quali furono per la Padania in generale il XVII e parte del XVIII, tale da radicarsi come alimento popolare, versatile e  indispensabile.

Se la produzione non fu esclusivamente limitata al territorio della Martesana, il nome di “stracchino di Gorgonzola” o semplicemente “gorgonzola” è assodato all'inizio della Rivoluzione industriale. Dall'età napoleonica esso comincia ad essere conosciuto e apprezzato in Francia; con l'attivazione delle ferrovie si diffonde per la Padania. Dallo snodo di Arona verso il porto di Genova il gorgonzola - orami noto come tale - entra nelle rotte mediterranee e atlantiche e - senza cambiare nome!- inizia ad essere prodotto nel Novarese.

 

Ora, se nel corso dei secoli, il grana è diventato identitario per Parma e Reggio (o in altri ambiti la seta per Como, il torrone per Cremona ecc.) non sono poi molti i prodotti - non solo alimentari - che hanno avuto la fortuna di essere connotati nel mercato globale dal nome di provenienza. Per i vini è facile e ovvio, meno per altri prodotti. “Gorgonzola” è uno di questi rari casi, per cui sul menù del più celebre transatlantico del Novecento, il “Titanic”, lo troviamo citato: nel menù della Prima Classe!

L'industria che si sviluppò in Martesana fra Otto e Novecento fu, come altrove, prevalentemente tessile, ma nessun tessuto è assurto a simbolo e memoria di tale diffusa industria. Il gorgonzola sì. E se nell'Italia peninsulare o all'estero magari si ignora che il nome di questo inconfondibile formaggio è quello di un borgo della Martesana (e per motivi surrettizi lo si associa a Novara), sia ragione di più di rammentare che esso nasce e si afferma nelle campagne della Martesana dove Gorgonzola e i paesi all'intorno, per le felici congiunture di cui si è detto, diedero vita a quello che, dopo il parmigiano, è il più diffuso e celebre formaggio italiano nel mondo.