S. Beckett |
Riportiamo qui di seguito il brano:
Procedette spedito, a testa china,
attraverso un familiare labirinto di vicoli e si infilò improvvisamente in una
piccola drogheria di famiglia. Dentro al negozio non furono sorpresi. Quasi
tutti i giorni, verso quest’ora, piombava in questo modo dalla strada.
La fetta di formaggio era già
preparata. Separata sin dal mattino dal suo pezzo, attendeva soltanto che
Belacqua venisse a prenderla. Formaggio Gorgonzola. Conosceva un uomo che
veniva da Gorgonzola. Sapeva dove cercarla. Ogni giorno era là, nello stesso
angolo, che attendeva di esser reclamata. Erano persone molto gentili.
Esaminò con scetticismo il pezzo di
formaggio. Lo rovesciò per vedere se era migliore dall’altro lato. L’altro lato
era anche peggiore. Lo avevano messo con la parte migliore in alto, avevano
compiuto quel piccolo inganno. Ma chi poteva biasimarli? Lo strofinò. Colava.
Era già qualcosa. Si piegò ad odorarlo. Una debole fragranza di corruzione. Che se ne
faceva? Lui non voleva fragranza, non era uno di quei maledetti raffinati della
tavola, lui voleva una sana puzza. Ciò che voleva era un buon pezzo verde,
puzzolente e marcio di formaggio Gorgonzola, vivo, e per Dio lo avrebbe avuto.
Il droghiere si agitò.
-
Dunque?- domandò Belacqua, che non conosceva paura
quando era infiammato - è questo il
meglio che si può fare?
-
Per quanto Dublino è lunga e larga – disse il
droghiere – lei non troverà in questo momento un pezzo più marcio.
Belacqua era furioso. Quell’impudente
buono a nulla, quasi quasi gli sarebbe saltato addosso.
- Non va – gridò – mi sente? Non va
affatto. Non lo voglio. – Digrignò i denti.
Il droghiere, anziché lavarsene
semplicemente le mani come Pilato, spalancò le braccia in un appassionato gesto
di supplica a mo’ di crocefisso. Belacqua disfece il suo pacchetto con aria
torva e fece scivolare il cadaverico pezzo di formaggio tra le dure, fredde e
nere fette tostate. Camminò rigidamente fino alla porta, ma lì si rivolse con
una piroetta.
-
Mi ha sentito? – gridò.
- - Signore
– disse il droghiere. Non era una domanda e neppure un’espressione di
acquiescenza. Dal tono in cui questa parola fu pronunciata, era assolutamente
impossibile capire che cosa l’uomo avesse in mente. Era una risposta assai
ingegnosa.
-
- Le ripeto – disse Belacqua con grande ardore – che
non va affatto. Se lei non sa far meglio si così – sollevò la mano che teneva
il pacchetto – sarò costretto a cercar altrove il mio formaggio. Ha capito?
(…) Il
droghiere. Senza chiudere gli occhi e distoglierli dalla figura che dileguava,
si soffiò il naso nel grembiule. Essendo una persona benevola e umana, provava
simpatia e pietà per questo cliente strampalato dall’aria sempre malata ed
abbattuta. Ma allo stesso tempo era un piccolo commerciante, non lo si
dimentichi, con un senso da piccolo commerciante della dignità personale e del
giusto posto delle cose. Tre pence, calcolò, tre pence di formaggio al giorno,
uno scellino e mezzo alla settimana. No, per questa somma non si sarebbe fatto
in quattro per nessuno, no, neppure per il più grand’uomo della regione. Aveva
il suo orgoglio.
Invitiamo chiunque scoprisse ulteriori citazioni letterarie
e altre curiosità relative al formaggio gorgonzola nella letteratura di
comunicarcele attraverso il nostro sito (www.concordiola.blogspot.com) o l’ email (concordiola@gmail.com). Grazie e buona lettura!
Questa si che è una novità. Incredibile, quante cose attorno al nostro formaggio. E c'è ancora qualcuno, sulle poltronissime della città, che non crede in questo nostro brand naturale, ricco di storia e bontà. Speriamo che non ci vendano per un piatto di lenticchie..ben pagate..ma pur sempre lenticchie. Complimenti a voi.
RispondiEliminaAlessandro.